Rooudourét
L'ź nėsėsari dounā calc ėnfourmasioun sū Rooudourét, s'un vol capī coum s'ź pasā l'ėstorio dė soun "muzéou": l'ź un paī pā gaire grō, qu'ės trobbo apōprče a 1.450 m. s.l.m., ā més dė lā mountannha. L'ītą la lh'ą ėncaro calc dźzéna dė pėrsouna quė lei van, ėnvécche l'uvčrn la nh'ą mėc pi tėrze, quė lei ītėn tou' l'ann e qu'an un agge counsiderabble; la baste pėnsā qu' uno d' lā donna d'eiquiaout ilh ą 94 ann, un'aoutro n'ą 103 e soun filh, qu'īto ooub illhe, ā n'ą bčlle 80.
Dā 1973, cant lou chit "muzéou" sė fai, la situasioun čro ėncā difrėnt: l'uvčrn la lh'avģo ėncaro uno dźzéno d' famillha, e ėn la bčllo sazoun toutta lā meizoun tournavėn se ubrī e lī pi jouve sė dounavėn da fā pėr rėndre lou paī pi viou, ėn ourganizant toutto sors dė fčta e d'amuzamėnt.
Surtout dui apuntamėnt ėntėrėsavėn toutto la poupulazioun: lou prim, quė sė tėnģo lou mź d' lulh, l'čro lou "Trofeou dī brousé", uno garo dė marcho e dė tir, ėrcounouisło ufisialmėnt da lā Réjoun, quė fėzģo aribā a Rooudourét bién d'atlete oou lour famillha e louri amīs.
Lou sėgount apountamėnt l'čro la fčto dė San Loourėns dā 10 d'oout, e l'ź proppi pėr eiquėllā fčta qu'ėntņ se ourganizā pėr lā fā pi bčlla e ėntėrėsanta e quė la nai l'idéo d'uno espouzisioun.
Rodoretto
Alcune informazioni su Rodoretto sono necessarie per capire la breve storia del suo "museo": si tratta di un paesino situato a circa 1.450 m. s.l.m., dislocato in fondo a una valle selvaggia. Oggi č abitato nel periodo estivo da alcune decine di persone, mentre nel periodo invernale ne restano solo 13, con un'etą media molto alta; basti pensare che una signora ha 94 anni, un'altra ne ha 103 e suo figlio, presso il quale abita, ha quasi 80 anni.
Agli inizi degli anni '70, quando vede i natali il piccolo "museo", la situazione era diversa: nel periodo invernale si potevano contare una decina di famiglie, mentre in quello estivo tutte le case si riempivano ed i giovani mettevano in opera le loro risorse per vivacizzare il paese, organizzando feste e svaghi di ogni genere.
In particolare due appuntamenti coinvolgevano tutta la popolazione: il primo, che si svolgeva nel mese di luglio, era il "Trofeo dei rododendri", una gara di marcia e tiro, riconosciuta a livello interregionale, che attirava a Rodoretto molti atleti, al cui seguito giungevano normalmente parenti ed amici.
Il secondo appuntamento era la festa patronale del 10 agosto, ed č proprio intorno a queste manifestazioni che emergono nuove esigenze di svago ed attrazione, fra le quali nasce l'idea di dare vita ad una mostra.
La mountannho contio soun ėstorio
La magistro Elena Breusa, oou lou magistre Enzo Tron e d'aoutrī rooudourģn coumėnsėn a ėrchampā lh'aize e tou' soc avģo sampre sėrvģ a la bėzounnho ėn la vitto dė tuoi lī jouėrn, ma qu'euiro čro vélh e dėstiną a l'abandoun. Ilh ėrbātėn uno sėnténo dė toc e pėrparėn un'espouzisioun ėn l'eicolo dė cartģe d' la gléizo Vōdouazo qu'čro dė proupriėą dā Consistouąre, ma dount la s'čro sampre fait l'eicolo elementaro.
Da jac l'espouzisioun čro anā bén e quė tuti črėn ītą satisfait, lou magistre Tron, oou la coulabourasioun dė la magistro Breusa e d'aoutri rooudourģn, an dėsidą dė lo mantėnī coum ilh čro e dė lo fā vėzitā a qui čro ėntėrėsą.
Dā 1981 laz ėstansia dā plan d'soubbre soun ītā aranjā e, co mersģ a la countribusioun dė la Rejoun dā Piemount, l'espouzisioun ź ītā faito ėnt uno maniéro pi razounā e pi fasģlo da vėzitā.
Poc a la vź, l'ź ītą lou magistre Tron qu'ą funģ pėr s' nen oucupā lou pi, e quė l'ą souanhā pėr uno trėnténo d'ann, pā moc pėr lo counsėrvā, ma co pėr lo fā counouise foro dā paī. Tout eiquén ź ītą pousibble mersģ a lā counouisėnsa qu'al avģo a l'eitrangģe e co ėn fėzėnt intrā lou "muzéou" ėnt ā rezaou dī Muzéou Vōdouą.
Maleirouzament lī dėrģe ann, caouzo dė sa salutte dėlicatto, al ź papģ aribą e s'nen oucupā, l'ź pėr soc la s'ź dėgł lou sėrā fin a la fin dā 2004. L'ź ėnlouro quė dooutréi roudourin an dėsidą dė touėrno l'ubrī e dė se ėncharjā dė la poulisģo dė lā sala e dė soc čro ėn espouzisioun, d'ėrfā l'ėplant elettric, lā fėnétra e lh'ū, d'ėnchaousinā e dė blanchī, pėr qu'ā fouse mai pėrzėntabble.
L'ź surtout mersģ a Graziella Pons e Pierino Baral, quė lei soun sampre ītą e qu'an sampre coulabourą oou tuti, quė la s'ź pougł toėrno ubrī lou "muzéou".
La pėrsouno quė vén lou vėzitā déou pā se créire dė se troubā drant a un'espouzisioun d'aise, ma qu'ī s'atėnde pitost d'intrā ėnt uno véro meizoun, ėncaro abitā da calcun; d'ercountrā soun prouprietari, quė l'aqueullho e li moutro laz ėstansia e, coum la s' fai d'abituddo, co saz ėnvėnsioun, laz avėrtėnsa qu'al ą agł pėr adatā soc al ą fait a saz eizigėnsa e a quėlla dā post. Tou' soc ź eiqui dint ź ėn efét ītą fait a man da calcun dā paī, e pā da dė maqquina quė fabriqquėn lh'aize un aprče l'aoutre, tuti a la mémo moddo.
Ėntņ se imaginā dė dėguź vioure ėnt eiquėllo meizoun, qu'ź ītā noumā "la meizoun dī donn", e dė dėguź utilizā soc un lei trobbo dint, pėrqué qu' la lei ą pā d'aize quė marchėn oou l'eletrisitą, ni d'aoutri maquinari tipiqque dė notro vitto d'ėnqueui.
Lou "muzéou" finī zhamé dė se fā; chāc ann un lei ajountio d'aoutrī toc (la lei n'ą jo pi dė 200), e la s'ź ėncamin dė pėrparā la partģo qu'čro la pi ėmpourtanto pėr notrī vélh: lou téit.
Mafalda Tron
La montagna che si racconta
La maestra Elena Breusa, con il maestro Enzo Tron ed un gruppo di rodorini iniziano a raccogliere tutti quegli oggetti ed attrezzi che, pur essendo stati essenziali nella vita dei genitori e dei nonni, non venivano pił usati ed erano destinati alla distruzione o all'abbandono. Raccolsero un centinaio di pezzi ed allestirono una mostra nei locali di proprietą del Concistoro della chiesa Valdese, gią adibiti a scuola elementare.
Si trattava di una vera e propria mostra, intesa come esposizione di oggetti, il cui esito fu piuttosto soddisfacente. Il maestro Tron, con la collaborazione della maestra Breusa e con altri abitanti del luogo, decisero di mantenerlo nel tempo e ne curarono le visite e la conservazione.
Nel 1981 vennero recuperati due locali al piano superiore della scuoletta e, grazie al contributo finanziario della Regione Piemonte, la mostra venne disposta in modo pił razionale e pił facilmente visitabile.
Poco per volta, la gestione del museo passņ al maestro Tron, che se ne curņ per una trentina di anni, attivandosi non solo nella sua conservazione, ma curandone anche la "visibilitą", cosa che ottenne entrando a far parte della rete dei Musei delle Valli Valdesi e rendendolo noto, tramite sue conoscenze, anche all'estero.
Purtroppo negli ultimi anni, a causa della sua salute cagionevole, egli non riuscģ pił a curarlo, finché si dovette chiuderlo e tale rimase per un paio di anni. Verso la fine del 2004, alcuni rodorini decisero di riaprirlo, provvedendo alla pulizia dei locali e degli oggetti esposti, alla messa a punto dell'impianto elettrico e degli infissi, all'intonacatura e tinteggiatura, al fine di renderlo nuovamente presentabile. Č stato grazie a due persone in particolare, Graziella Pons e Pierino Baral, punti di riferimento per tutti quanti hanno collaborato, che si č potuto far rinascere il "museo".
Il visitatore non deve pensare di trovarsi davanti ad un'esposizione di oggetti, bensģ di entrare in una casa nella quale abitino delle persone; di incontrare il proprietario, che li ospita e mostra le sue stanze e, come si fa in queste occasioni, anche le sue invenzioni, gli accorgimenti che ha usato per adattare questo o quell'oggetto alle sue esigenze o alle esigenze del posto. Ogni oggetto č infatti frutto di un lavoro artigianale, che varia a seconda della mano (e qui si parla di mano dell'uomo, e non di una macchina che fa gli oggetti in serie) che lo ha costruito.
Si immagini di dover vivere in quella casa, che č stata chiamata "la casa dei nostri nonni", e di dover utilizzare quegli oggetti perché non ci sono elettrodomestici a disposizione, né altre macchine o comoditą tipiche della nostra vita odierna.
Il "museo" č in continua evoluzione, infatti ogni anno nuovi oggetti si aggiungono (ce ne sono ormai pił di 200), ed č in fase di programmazione l'ambiente che per i "nostri nonni" era di fondamentale importanza: la stalla.
Mafalda Tron
Info
Frazione Villa di Rodoretto, Prali.
Visita libera: ufficio "Il Barba" tel. 0121.950203
Visite guidate: su prenotazione presso ufficio "Il Barba" tel. 0121.950203
Lou muzéou po pā čse vėzitą da quėlli quė pon pā marchā sėnso dificultą
Info
Frazione Villa di Rodoretto, Prali.
Visita libera: ufficio "Il Barba" tel. 0121.950203
Visite guidate: su prenotazione presso ufficio "Il Barba" tel. 0121.950203
Il museo non č accessibile ai disabili (carrozzelle)