Mulini per cereali
RODORETTO
Il mulino a rouét detto di Chantorano funzionò fin verso gli anni quaranta , benché situato sulla sponda sinistra della Germanasca di Prali, lo si può inserire fra i mulini di Rodoretto, perché azionato dal Rio che scende da quel vallone. Il canale, lungo circa 200 metri, captava l'acqua sotto al ponte della Provinciale Lo stabile è in discreto stato di conservazione. Risalendo il vallone, troviamo gli stabili, o comunque il sito, di altri quattro mulini a rouét :
- Lou Moulinàs sulla destra del Rio, sotto la borgata la Viëlo. Funzionò fin verso gli anni quaranta. Lo stabile, addossato ad un roccione, è in rovina. Vi è scolpita la data del 1828.
- Due mulini nello stesso stabile (in rovina), di proprietà delle famiglie Fassi e Breusa, situati in località lâ Clapiëra sotto alla borgata lou Ciai, alla destra del Rio. Cessarono l'attività verso gli anni venti.
- Lou Moulin 'd Chan dî Clot situato poco a monte della borgata, sulla sinistra del Rio. Cessò l'attività verso gli anni quaranta. Venne interrato da una frana nel maggio 1977; ne restano pochi ruderi.
- Lou Moulin 'd lâ Rimâ. situato sotto alla borgata, quasi nel greto del Rio: cessò l'attività verso gli anni trenta. Venne distrutto da una piena e non ne rimane traccia alcuna.
PRALI
Ed ecco infine ancora altri cinque mulini nel Comune di Prali (oltre a quello di Chantorano già citato fra i mulini di Rodoretto)
- Mulino a rouét della borgata Crosetto (lou Croûzét); era azionato da un canale di 100-150 metri derivato dal Riou l'Agullho Cessò l'attività probabilmente all'inizio di questo secolo. Era situato all'altezza della borgata, fra questa ed il Rio; non ne rimane traccia alcuna.
- Mulino a rouét della borgata Villa (la Viëlo), situato a mezzogiorno del villaggio. Sulla facciata dello stabile, tuttora in ottimo stato di conservazione, figura la scritta " Molino Consortile - 1841-1941". Era azionato da un canale di circa 200 metri derivato dalla Germanasca. Nel 1947, venne rimodernato, elettrificato e dotato di buratto; l'impianto è tuttora esistente. cessò l'attività verso il 1960 e Francesco Rostan fu l'ultimo mugnaio.
- Lou moulin a rouét 'd la Ribbo sorgeva a metà strada fra le borgate Giordano e Ribba (lou Jourdan e la Ribbo). Si trovava sulla sinistra della Germanasca, ai piedi del pendio, quasi nel greto del torrente, ed era azionato tramite un canale di 50-60 metri. Cessò l'attività verso gli anni venti e Pietro Richard fu l'ultimo mugnaio. La località è stata più volte stravolta dalle piene della Germanasca e, dello stabile, non esiste più traccia alcuna. Sono però esistenti le macine nei pressi della borgata la Ribbo: un "fondo" venne utilizzato per erigere il piccolo monumento degli Alpini, mentre due "coperchi" giacciono nei prati.
- Lou moulin dâ Ni 'd l'Ouërs: Anche nel villaggio più alto della valle, lou ni 'd l'Ouërs "Nido dell'Orso" (1737 m.), situato in una splendida e pittoresca conca prativa, vi era un mulino. Era azionato dalle acque del Rio emissario del Lago d'Envie (lou Laou d'Ënvio). Le persone anziane di Prali non lo ricordano ma "ne hanno sentito parlare dai vecchi". La sua esistenza è comunque confermata dal toponimo Pra dâ Moulin, "Prato del Molino"; è inoltre possibile individuarne il possibile sito fra la borgata ed il Rio: il tracciato dell'attuale sentiero potrebbe essere stato quello del canale, mentre alcune tracce di muretti ed una pietraia sembrano focalizzare con buona approssimazione il sito dello stabile. È probabile che il mulino sia stato lasciato cadere in rovina già nel secolo corso quando venne abbandonata la borgata.
L'"affittamento"dei mulini comunali Dovendosi procedere all'affitto di un mulino comunale, l'aggiudicazione veniva atta. all'incanto, col sistema detto "della candela vergine". L'iter era piuttosto laborioso e complesso. La delibera di "affittamento" che abbiamo scelto a mo' d'esempio, una delle tante conservate nell'archivio Comunale di Pomaretto, risale all'anno 1857. Il documento consta di venti pagine, su carta bollata da cts. 50. Ne riportiamo in succinto il contenuto, citando, a tratti, il frasario dell'epoca. Deliberatamente per la Comunità di Pomaretto in favore di Miretti Michele d'un molino in affittamento per anni nove all'annuo fitto di Lire Cinque cento, £ 500 L'anno del Signore mille otto cento cinquanta sette ed alli venti uno di settembre. (Fonte: "Lî velh moulin e lh' Ûlìe ën Val San Martin" Gli antichi mulini e frantoi in Val Germanasca).
Le miniere di Prali
LA MINIERA DI TALCO PIÙ GRANDE D'EUROPA
ALTRE MINIERE NON VISITABILI
Cave di Majera. (1950 m)
La cava, è situata sul versante Nord di Rocca Bianca. Dopo un periodo di inattività è stata riaperta negli anni '60 ed è servita da una strada carrozzabile. Sopra la cava sono visibili i ruderi di una stazione del Gran Courdoun.
Fornace di Prali
Nei pressi della borgata Villa, in località lou Fournai, esistono i ruderi di una fornace per la calce. Il forno si trova poco distante dal luogo (L'Ërpoousoou) in cui giungevano le slitte cariche del talco estratto dalle miniere di Sapatlé.
Fornace di Rodoretto
Nella zona del Bosco Nero, sul versante a bacìo, di fronte a Villa (di Rodoretto) esistono i ruderi di due fornaci attivate nel secolo scorso per la preparazione della calce, che fu utilizzata principalmente per la costruzione del tempio e della chiesa di S. Lorenzo.
Miniere di Envie (1835 m)
Questo sito di notevole importanza, situato sotto i contrafforti del Cappello d'Envie e in una cornice di larici ed abeti bianchi, è raggiungibile da Prali Ghigo attraverso il Bosco Nero, o dalla borgata Indiritti attraverso il Nido dell'Orso, una baita in parte diroccata dove un tempo era in attività una scuoletta Beckwith. La miniera fu dismessa nel 1965 e furono quasi completamente smantellati gli impianti. Sono tuttavia identificabili alcune infrastrutture: l'alloggio del sorvegliante ancora in buone condizioni, gli uffici, i magazzini, i fabbricati che alloggiavano la cabina elettrica, i compressori e la fucina, la stazione di partenza della teleferica verso Ghigo e tratti di decauville con binari.
Miniere Fontane-Crosetto (1412/1472 m)
I primi sfruttamenti di questo complesso di miniere situate tra le borgate di Fontane e Crosetto, rispettivamente nei Comuni di Salza e Prali, risalgono alla fine del 1800, ma assumono importanza solo negli anni '30, in concomitanza con l' esaurimento delle miniere in quota. Si iniziarono così gli scavi dei livelli Gianfranco (1377 m), Gianna (1212 m), Paola (1265 m), Vittoria (1179 m) e S. Pietro (1140 m), con nuove tecniche di sondaggio della superficie, per determinare la dimensione del giacimento.
SEZIONE 1400 DEL CROSETTO
L'impianto comprende alcune tettoie e bassi fabbricati in cemento armato.
SEZIONE GIANNA (1212 m)
Complesso in Strada Provinciale, al n. 14, è costituito dalle abitazioni dei dipendenti con struttura in cemento armato, gli uffici, le officine per la cernita del minerale.
SEZIONE PAOLA (1265 m)
Il complesso è situato poco sopra la località Gianna, sulla sinistra orografica del Germanasca: vi si accede deviando dalla Provinciale. Sul piazzale annesso all'imbocco della galleria si : trovano tre edifici che un tempo erano adibiti ad uffici, officina ed alloggi. Le strutture di lavorazione sono in cemento armato, mentre gli edifici abitativi sono in pietra a vista. Ora il sito è riutilizzato dalla Comunità Montana a fini culturali e turistici ed ha un ruolo cardine nel progetto di valorizzazione della valle (Scopriminiera). È possibile infatti visitare 1500 m di sotterraneo, compreso un tragitto in trenino. Lungo il percorso di visita vari pannelli esplicativi e materiale espositivo permettono di effettuate una esauriente lettura dei processi lavorativi, mentre negli edifici esterni sono stati allestiti un punto di accoglienza, un Museo delle principali attività di valle ed un Centro di documentazione-laboratorio sull'attività mineraria.
SEZIONE RODORETTO
È una nuova galleria iniziata nel 1995 a Pomeifré, lunga 2 Km e con un diametro di oltre 5 m. Costruita secondo le tecniche delle gallerie stradali, rappresenta la miniera della nuova generazione.
Miniere di Poset (1665 m)
Nella zona tra la borgata Cugno e la Rocca di Galmount, un tempo si coltivavano alcune miniere di calcopirite di modeste dimensioni, di cui rimangono tre imbocchi di galleria.
Miniere di Sapatlé-Pleinet (2112/1737 m)
Queste sono le più alte miniere della valle (La Fracbo, Coumbo Goutto, lou Plané, li Cro Velb) e alla fine del 1800 anche le più importanti della zona, in quanto adottarono soluzioni tecniche di rilievo per quanto riguarda i trasporti con la costruzione del Gran Courdoun, l'ardita teleferica che collegava i siti in quota e trasportava giornalmente a Perrero 600 quintali di talco dalle miniere di Malzas e Sapatlé. Sotto Rocca Bianca in un'area abbastanza aperta, ricca di conifere e di rododendri, si possono ancora vedere gli imbocchi delle miniere di talco e i ruderi dei baraccamenti in cui alloggiavano i minatori. Inoltre sono ancora in piedi due grossi fabbricati riservati ai dirigenti della Società. Il sito, chiuso nei primi anni '60, è raggiungibile da Prali Villa seguendo il sentiero 205 e fa parte del circuito di visite esterne valorizzato dalla Comunità Montana. Di particolare interesse il percorso escursionistico che lega le tracce del Gran Courdoun da Sapatlé a Colletta Sellar, da Malzas a Punta Croc.
Il Gran Courdoun era costituito da cinque tronchi: il primo comprendeva 1700 metri di decauville e giungeva sino alla stazione della Colletta (2023 m) e da qui con altri 833 metri di teleferica arrivava a Malzas; il secondo partiva da Malzas verso la stazione di Punta Croc (1785 m) per altri 1420 metri di decauville ed infine verso quella di Perrero (800 m) per via aerea. La miniera di Pleinet (1933 m) era strettamente collegata a quella di Sapatlé, posta poco più a monte. Oggi sono visibili alcune infrastrutture, ormai crollate, destinate un tempo ad alloggi e uffici, e i ruderi della stazione della teleferica per Prali Villa.
Stazione di Pomeifré
Nel 1933 è stata installata la stazione per la funicolare che portava alla galleria Gianfranco. Il sito, lungo la Strada Provinciale, consta ora di un capannone in cemento armato e di un'altra costruzione per il personale. Nelle adiacenze è stato: aperto l'imbocco della galleria Rodoretto.
Stazione di Villa
Il complesso, dei primi del Novecento, situato lungo la Strada Provinciale, comprende una cabina elettrica (recente) e le stazioni delle teleferiche provenienti dalla miniera di Pleinet e della Fracho. I fabbricati, a tetto piano, hanno la struttura portante in cemento armato.
Vallone delle Miniere (2000 m)
Si indica con questo nome il vallone che, posto sulla sinistra del Rio 13 Laghi sale verso il passo di Brard. Qui esistevano alcune miniere di calcopirite di modeste dimensioni, di cui so- no ancora visibili gli imbocchi delle gallerie.
Architettura militare
Baraccamento Costa Belvedere (2337 m)
Dai Tredici Laghi verso il Col Giulian, nella conca di Clapoû, ci sono ruderi di un baraccamento militare di antica data.
Bunker e Casermette Bout du Col
Nei dintorni delle nuove bergerie di Bout du Col esistono ancora due bunker in buono stato di conservazione e sul versante opposto c'è un tratto di galleria-deposito sotterraneo. Presso il colletto (la Coucëtto) che affaccia su Ribba si trovano alcuni ruderi di vecchie casermette e presso la bergeria ci sono pochi ruderi della stazione della teleferica collegata a Pian Littorio.
Baraccamenti Passo Frappier (2891 m)
Sul colle si notano degli spezzoni di muro di un vecchio baracca- mento militare. Poco più avanti, sulla cresta che conduce al Gran Queyron, esiste un altro baraccamento militare in discreto stato di conservazione.
Baracca Rocca Bianca (2353 m)
Sul dosso erboso che porta dal Colle della Balma alla punta Rocca Bianca, c'è un grosso baraccone mi! tare disposto su due piani e ancora ben conservato.
Caserma Pâ dâ Loup
Al Pâ dâ Loup, nella zona compresa tra il Colle Giulian (2451m) e il Passo Brard, si possono vedere anche postazioni di mortai, poco oltre i ruderi di una caserma in rovina.
Caserma Passo della Longia (2817 m)
A sinistra del Colle esiste un baraccamento militare in discreto stato di conservazione.
Caserma S. Giacomo
La punta Baraccone di S. Giacomo, che si erge sullo spartiacque Pellice-Germanasca, nella zona compresa tra la Punta Fiunira (2776 m) e la Punta Cirisira (2822 m), è sormontata dal rudere di un baraccamento militare della fine del 1800.
Caserme Pian Littorio (2136 m)
Sotto la parete della Gran Guglia, sul pianoro di Freibougio (Pian Littorio) sorgono vari ruderi di baraccamenti militari, una casermetta GaF (Guardia alla Frontiera), e la stazione teleferica porta-feriti che scendeva a Bout du Col.
Casermetta Bric Rond (2476 m)
Una casermetta diroccata si trova sulla destra degli impianti di risalita.
Casermetta Colle di Rodoretto (2780 m)
Presso il Colle di Rodoretto, sul lato destro della mulattiera che si diparte dalla Bergeria della Balma (1883 m), si trova una casermetta GaF, diroccata.
Casermetta Grande Guglia (2790 m)
Da Freibougio una mulattiera militare porta al Colletto della Grande Guglia, nei cui pressi si trova un traliccio metallico che regge una campana utilizzata nell'ultima guerra per segnalare l'arrivo degli aerei. Ora è dedicata ai caduti della Giovane Montagna. A fianco del Colletto c'è ancora una casermetta in discreto stato di conservazione e un camminamento protetto che conduce ad un osservatorio dominante la conca del Lago Verde.
Postazioni Fontanone
Nella zona dei Founzét, tra il Fontanone e il Colle d'Abriès, sul sentiero che da Bout du Col risale la sinistra orografica della valle, si trovano i ruderi dell'antica postazione della guardia di finanza. Esistevano anche tre bunker, fatti saltare nell'ultimo dopoguerra, di cui restano i ruderi. Nel valloncello che sale alla Gran- de Guglia esisteva un grosso magazzino sotterraneo protetto da un terrazzo, che era collegato otticamente con Bout du Col e Rocca Bianca: non è più visibile perché una frana ha ormai chiuso l'accesso.
Ricoveri Perrucchetti (2386 m)
Costruiti ai primi del '900, sono siti nell'ampio e ridente pianoro della conca dei Tredici Laghi, dove sin dalla fine dell'Ottocento esistevano altri baraccamenti militari. Servirono da appoggio logistico alla difesa mobile durante la seconda guerra mondiale ed avevano come obiettivo il Colle d'Abriès. Sulla sponda del lago Ramella si ritrovano ancora due can- noni su affusto rigido da 149/35, fabbricati nel 1916 dall'Ansaldo, i quali nel 1940 distrussero i villaggi di Echalp e La Monta. Seppur privi di volata, otturatore e congegno di puntamento, sono gli unici esemplari rimasti di tutte le batterie campali della zona occidentale delle Alpi. Gli alloggiamenti per i soldati sono sparsi sull'ampio pianoro, sovrastato dalla Punta Comour (2868 m).